Itinerari Turistici

La Casa delle farfalle

casa-delle-farfalle-lavori-ai-giardiniProgetto veramente ambizioso, fortemente voluto dall’allora sindaco di Bordano Enore Picco e degli amministratori suoi collaboratori. A coronamento del progetto “Bordano il paese delle farfalle” con molteplici manifestazioni ed iniziative turistico/culturali; con insistenza e convinzione si chiese e si ottenne un contributo Regionale per la realizzazione della “Casa delle Farfalle”. Fu pertanto costruita una struttura moderna, capace di raccogliere svariate specie di lepidotteri (da quelli tipici del territorio a quelli 3specifici di altri Continenti), liberi di volare e riprodursi. E non solo, con l’evoluzione scientifica, creare un ambiente per altre specie animali da proporre al visitatore. Oltre a fornire la possibilità di osservare tante farfalle, la struttura funge anche da centro di studio, vivaio, museo vivente, centro di osservazione: aspetti tutti che si qualificano per la ricerca scientifica, lo studio delle risorse naturali e ambientali del territorio. Inoltre vengono realizzati e condivisi numerosi progetti, soprattutto per la funzione didattica con i diversi corpi scolastici. Una vera e grande realtà presente sul territorio che è l’indiscussa forza trainante di tutte le realtà turistico/economiche presenti sul territorio. Struttura che ogni anno porta a Bordano oltre 45.000 visitatori paganti, provenienti da tutta la Regione, da altre Regioni Italiane e da Stati Esteri. Uno splendido museo vivente composto da un 2giardino, il più grande d’Europa per estensione, suddiviso in tre mondi; tre grandi serre giardino che riproducono gli habitat naturali, con piante ed animali esotici dell’Africa tropicale, delle foreste pluviali asiatiche e del bacino del Rio delle Amazzoni; consegnando così all’ignaro visitatore la visione e la contemplazione delle farfalle e delle piante originali che vivono in quelle specifiche zone. A corollario di tutto ciò, c’è inoltre la possibilità di ammirare ulteriori specie animali come: iguana – tartarughe – drago barbuto – uccellini esotici – serpenti – ragni – scorpioni e insetti vari. Dunque, siamo sicuri che, il visitatore avrà l’opportunità di partecipare ad una giornata e ad una visita indimenticabile.

Per informazioni contattare i seguenti recapiti:

Casa delle Farfalle di Bordano

Via Canada 5 – Bordano 33010 (UD)

Tel. +39 04321636175    Cell. +39 3442345406

www.bordanofarfalle.it    info@bordanofarfalle.it

 

Il Sentiero entomologico

Sentiero delle farfalleNegli anni 1996/97, a seguito delle positive manifestazioni scientifiche e socio culturali portate avanti con forza dall’allora Amministrazione Comunale di Bordano, è stato realizzato un sentiero entomologico che percorre le pendici del monte San Simeone. Va inoltre evidenziato che in tal occasione, a supporto di esso, è stato realizzato anche un opuscolo con una forma prettamente didattica e divulgativa in cui si presentano gli aspetti fondamentali della vita delle farfalle che popolano questa parte del Friuli. Il sentiero è composto da un circuito che; iniziando da Bordano, e precisamente dall’abitato, sale alla borgata di Sele Grande, per poi raggiungere le località di Viêres e, attraverso un tratto pianeggiante, giungere proprio sopra il lago, scendere e attraversare l’abitato di Interneppo, intraprendendo la storica strada Romana e il sentiero di Cretùs, dove si incontra una singolare ancona votiva e si rientra di nuovo a Bordano. In ugual modo, se vogliamo iniziare il percorso da Interneppo; e Passeggiata con le farfalleprecisamente partendo dalla Piazza Principale, si sale per la storica strada Romana dietro il Colle della Croce, si prosegue per la strada provinciale, e imboccato il sentiero di Cretùs, si scende all’abitato di Bordano, da dove si può salire in località  Viêres e rientrare di nuovo ad Interneppo. Sono dieci i cartelli didattici, disposti lungo il percorso, che guidano l’escursionista alla conoscenza della fauna che popola la zona, ricca di oltre 100 specie diurne e circa 550 di notturne; soffermandosi in particolare sul ciclo vitale della farfalla. Il territorio circostante con il monte San Simeone, che riassume quasi completamente la realtà ambientale delle Prealpi Carniche, è stato da sempre oggetto di ricerche entomologiche che ne hanno messo in rilievo la ricchezza faunistica e la notevole diversità biologica. In molti punti del percorso si può godere della vista di singolari panorami in varie z5one. Se abbiamo la fortuna di avere una giornata bella e soleggiata, si possono ammirare anche molte farfalle, di varie specie, che con il loro leggiadro volo ci accompagnano nel percorso. Essendo una camminata, in cui si battono sterrate strade ed anche sentieri di montagna, si invita l’escursionista ad utilizzare un vestiario ed un attrezzatura adeguata. Purtroppo, per problemi tecnico/economici i sentieri non sono regolarmente puliti e necessitano un po’ di manutenzione. Nostro malgrado ci scusiamo per l’inconveniente ma garantiamo che sono regolarmente percorribili, con calma e con le dovute precauzioni del semplice escursionista.

 

Salita al Monte San Simeone (m. 1.505 s.l.m.)

Dalla sella di Interneppo, un tratto di strada asfaltata porta in breve tempo a un bivio. Prendesan-simion-la-forza-dei-rimi-raggi-di-solendo la direzione di destra, inizia la salita al monte San Simeone. Superata la zona di Viêres, dopo un paio di tornanti si raggiunge il punto panoramico del Pulpit: suggestivo il panorama dell’abitato di Bordano. A circa due terzi della salita, arrivati ad un tornante della strada, troviamo alla sua sinistra una ancona, in muratura, con una statua in pietra raffigurante San Simeone, sul modello di quella lignea più antica. Interessante è, seguendo alcune indicazioni più in basso, effettuare una piccola deviazione di programma. Scendendo per un tratto lungo un sentiero, appena sotto la strada, dove si può visitare DSCN3281l’ancone di San Simionin: una suggestiva nicchia contenente una statua lignea di San Simeone, raffigurato, secondo i canoni dell’arte popolare, con tratti imperiosi. Vi è la tradizione che chi sale per la prima volta sulla montagna, debba deporre ai piedi della nicchia una piccola croce di legno, anche costruita con materiale reperito sul posto. Ripresa la strada, sul tornante sovrastante, si procede seguendo un serpentino percorso della strada, molto panoramica, che fra molteplici tornanti e numerose gallerie (comprese tutte, nove per l’esattezza) sale alla sommità. Si giunge quindi ad un primo pianoro denominato Val di Sot (m. 1.165 s.l.m.) da dove, sul ripido versante sopra l’abitato di Bordano, si lanciano gli sportivi della disciplina del volo libero; parapendio e deltaplano. Da lì si sale in breve tempo alla Chiesetta trecentesca di San Simeone (quota m. 1.220 s.l.m.), ricostruita fedelmente da volontari di Bordano e Interneppla-chiesetta-in-san-simioneo dopo le profonde ferite infertele dai terremoti del 1976.
La costruzione, che occupa una superficie di circa 40 m², è ad aula rettangolare, con l’abside semicircolare; alcune finestrelle circolari si aprono sui fianchi dell’aula. Sopra la porta d’ingresso, una piccola cella campanaria completa l’opera. Nei pressi della chiesa, si trova un sentiero che porta al pianoro della Valdisore (m. 1.210 s.l.m.), dove sono state costruite sparse qua e là diverse case e alcune baite.

Si può visitare la piana con i suoi prati, le varie doline, la faggeta e il Plan da Fontane, dove troverete l’unica sorgente d’acqua in loco. Per gli escursionisti più temerari e volenterosi, dalla chiesetta, si può anche scendere sul versante antcostruzioni-sul-m-s-simeoneeriore, proprio a strapiombo sopra l’abitato di Interneppo e il Lago di Cavazzo, da dove ci si presentano una visione ed un panorama unico. Si raccomanda però di procedere  con attenzione e cautela, perché i posti sono selvaggi e pertanto pericolosi. Dal Plan da Fontane, anziché riprendere la strada, ci sarebbe la possibilità di una variante. In prossimità proprio della fontana ed a sinistra di essa, è possibile scendere a Interneppo, percorrendo un sentiero nei boschi di faggio, sul versante orientale. Questo sentiero (CAI–838), chiamato Daûr il Tamer, scende abbastanza ripidamente e si ricongiunge al sentiero per il Monte Festa proprio in prossimità di una singolare ancona votiva in pietra bianca, ricavata da un unico blocco, da un compaesano di Interneppo nel lontano 1900. Infine, per gli escursionisti più perspicaci e volenterosi, c’è un ulteriore variante. Dalla piana da Valdisore si può salire fino in cima al Monte San Simeone (un oretta e mezza circa). Proseguendo per la pista forestale che sale al Plan dai Purcei, si avai-piano-mi-raccomandobbandona la strada e a destra si prende il sentiero (CAI – 839) che sale nel bosco di faggi e dopo un erto percorso si arriva alla cima (m. 1.505 s.l.m.). Dalla cima si può ammirare un ampio panorama su quasi tutte le montagne delle Alpi Carniche ed anche sul versante nord del San Simeone con l’alveo del Tagliamento, la confluenza in esso del fiume Fella, gli abitati di Stazione per la Carnia, Portis e Venzone. Senza tralasciare un colpo d’occhio anche sulle cime dei monti di fronte, soprattutto del monte Plauris (m. 1.958 s.l.m.). Vista la specificità degli itinerari, prevalentemente su sentieri di montagna, si consiglia un comportamento consono, una certa prudenza, un po’ di ragionevolezza ed un vestiario adeguato.

 

Salita alla Fortezza del Monte Festa (m. 1060 s.l.m.)

il-belvedere-dal-tucjerPer salire al Monte Festa ci sono due/tre possibilità. O si prende la strada al bivio della sella di Interneppo, sulla destra, seguendo la comunale e, al sucessivo bivio, il percorso sulla sinistra, seguendo l’ex strada militare (ora comunale), o si parte da Piazza Candolini di Interneppo, percorrendo la strada forestale che sale sulla destra, per Via Rive, fino a congiungersi alla strada ex militare, che passa sopra il paese. La strada, per alcuni chilometri è asfaltata, poi cambia, sopra il lago, diventa sterrata e presenta tornanti lenti, con due curve in galleria e un tunnel ricavato in uno sperone di roccia. La strada è tutta aperta e percorribile comodamente anche perché negli ultimi anni è stata pulita e risistemata, dalla Regione, dopo i gravi danni causati dal terremoto per-la-strada-del-monte-festadel 1976, che l’avevano praticamente resa inagibile in molti tratti. Oppure, per gli escursionisti più volenterosi, si può salire percorrendo, uno dopo l’altro, i ripidi sentieri che tagliano in verticale la montagna. C’è ne sono sei, e sono belli tosti. Durante la salita oltre che ad una completa panoramica sul lago e sulla sua valle si può incontrare due singolari ancone votive, costruite da abitanti di Interneppo negli anni ‘900; tutte e due lungo il sentiero. La prima, l’ancone di Vigj di Jan, costruita da quest’ultimo nel 1904 in un unico blocco di pietra bianca, con un elegante arco ogivale, ed incastrata in una muraglia in pietra. Posteriormente si intravvedono alcuni resti delle fornaci di calce per la costruzione della strada. La seconda ancona, che si trova a circa metà percorso, l’ancone dal Tùcjer, è stata costruita nel 1900 dal compaesano Stefanutti Osvaldo Beton, detto Svualdere, anche
il-crist-dal-tucjer-2017essa in un blocco di pietra bianca con l’aggiunta di una cuspide superiore terminante con una croce. Inoltre sulla strada, poco sotto, si incontra il belvedere, costruito sul clap dal Tùcjer (enorme blocco in tufo), pochi anni fa dal Comune di Cavazzo. Da lì si può dominare e conoscere, con l’aiuto di un pannello didattico, le montagne circostanti e tutti i paesini della vallata. Pittoresca anche la visione della chiesetta di San Candido, collocata appena sotto la rupe, e quella della storica Pieve di Santo Stefano di Cesclans. Inoltre si può notare bene la centrale idroelettrica (ex SADE), la parte esterna naturalmente, e la stazione di pompaggio della Società Internazionale Oleodotto Transalpino (SIOT), il tutto sulla piana dell’abitato di Somplago. A Dal Forte del Monte Festasinistra, e leggermente in disparte, l’abitato di Interneppo, più lontano il paese di Alesso e ancor più lontano quello di Avasinis. Ripresa la salita, strada o per sentieri, e dopo una o due orette si giunge, prima presso una fontana in pietra a lato della strada e poi sulla forcella della Frasselè, dove si incontrano i resti significativi degli edifici militari; a sinistra le stalle e a destra le caserme, poco sopra gli alloggi degli ufficiali destinati alla fortezza. Continuando, si sale più alla fortezza del Monte Festa vera e propria (m. 1.065 s.l.m.). L’imponente postazione, costruita ancora nel primo decennio del ‘900, gode di una posizione panoramica strategica che consente la visione ed il controllo a 360° dell’intera Valle del Lago, della piana di Cavazzo e di Tolmezzo, delle Alpi Carniche e della valle del Tagliamento, con la le-rovine-delle-casermeconfluenza del fiume Fella presso Stazione per la Carnia. La costruzione propone una visita molto curiosa ed interessante; presenta ancora una fitta rete di gallerie di collegamento, interno alla fortezza stessa, con: ascensori, montacarichi, elevatori a cremagliera, vie di trasporto per l’approvvigionamento di munizioni alle sovrastanti batterie. Inoltre si possono visitare varie stanzette, anche separate adibite a servizi vari, come magazzino, stoccaggio polveri, armi e munizioni. Il tutto scavato e ben celato nella roccia anche con la costruzione di doppi muri in mattone (intercapedini) atti all’isolamento dall’umidità, per salvaguardare l’integrità dei materiali e dei dispositivi. Nelle postazioni più alte, all’aperto, gli stalli delle batterie (c’erano quattro cannoni da 149 in acciaio protetti con relative cupole in metallo) e varie postazioni di mitragliatrice per la contraerea, sempre allo scoperto. Naturalmente il forte fu, negli anni corridoi-di-servizioappena dopoguerra, smantellato e svuotato di tutte le armi e dispositivi bellici. Per quasi un secolo è rimasto abbandonato a se stesso; però ultimamente il Comune di Cavazzo, interessato per giurisdizione territoriale, ha avviato un progetto di recupero e ristrutturazione dell’opera militare ed ha richiesto al Ministero competente l’acquisizione in proprietà del manufatto. Per il momento il sito è stato messo in sicurezza con alcuni interventi strutturali: palizzate di protezione e cartellonistica indicativa. Dal Monte Festa per gli postazione-cannoniescursionisti, più esigenti ed intraprendenti, c’è la possibilità di salire al Monte San Simeone attraverso un sentiero.  Si scende nuovamente alla forcella delle caserme, e si prende il sentiero (CAI – 839) nei prati di fianco. Si sale  per l’erto percorso alla forcella di Scjalade (m. 1.300 circa s.l.m.), del Monte di San Simion per poi ridiscendere nella Val di Sore  dove ci sono le abitazioni e la Chiesetta, utilizzando la pista forestale. A questo punto però, siamo ancora in cima al San Simeone e dobbiamo di nuovo, ridiscendere a valle. Come gli altri itinerari, anche questo si sviluppa prevalentemente su sentieri di montagna, poco agevoli, pertanto si consiglia prudenza ed attrezzature adeguate.                                                Per gli interessati:  Il Forte del Monte festa

Salita al Monte Tre Corni, Palantarins e Brancot (m. 1.015 s.l.m.)

Verso la CarniaL’escursione può partire dalla sella di Interneppo (sentiero CAI – 837), fiancheggiando il letto di un torrente e inerpicandosi piuttosto ripidamente tra noccioli e vecchi muretti di confine. Appena la vegetazione lo permette, in zona Cjadul (m. 570 s.l.m.), ci si trova di fronte il Monte San Simeone, ritenuto, forse a torto, epicentro del terremoto 1976. Da lì abbiamo la possibilità di ammirare, e perché no immortalare, panoramiche sugli abitati di Interneppo con il lago e di Bordano in tutta la sua proiezione. Continuando a salire, il percorso si fa sempre più erto (il sentiero non è quello originale ma è stato creato per l’occorrenza) e il bosco di querce e betulle lascia spazio a belle distese erbose. Giunti sul monte Naruvint (m. 939 s.l.m.), è d’obbligo una sosta per riprendere fiato e per ammirare le Alpi Carniche, la Valle del Lago e i suoi sottostanti paesi. La vista va oltre, anche sulla Valle del Tagliamento. Il sentiero Verso Bordano-Venzoneprosegue, in un continuo saliscendi, tra rocce e creste, che rende il tracciato molto vario sul crinale del monte Tre Corni (m. 1.048 s.l.m.), fino alla cima del Monte Palantarins (m. 1.049 s.l.m.); da dove è possibile avere una panoramica su Bordano e la sua pianura, sul Venzonese, sulla vastità del Tagliamento e sull’ampiezza della cittadina pedemontana di Gemona del Friuli. Proseguendo, poco distante c’è il monte Brancot (m. 1.015 s.l.m.), un ulteriore panorama si apre davanti appena sotto, il corso del Tagliamento, le cittadine di Gemona e di Osoppo e a seguire la grande distesa piana del Medio Fiuli. Per chi lo desiderasse si può continuare ancora: la discesa è piacevole. Tra pascoli, noccioli e castagni si scende verso la sottostante forca e di conseguenza verso l’abitato di Braulins. Il primo tratto è un po’ scomodo: il sentiero è incavato nel terreno, come un rigagnolo costruito dall’usura La vallata dell'Armentariadell’acqua. Arrivati nel bosco di castagni, si fa più comodo e agevole e, in un pianoro proprio sopra l’abitato, il percorso, ad un bivio, ci offre la possibilità di due varianti: scendere a sinistra verso la galleria dal Picol per poi passare e visitare, sotto la parete rocciosa, la storica e bella chiesetta rupestre di San Michele dei Pagani; o, eventualmente, svoltare a destra e scendere tramite un passaggio a scaletta ricavato in un singolare anfratto sottoroccia, e proseguire, poi, lungo un agevole sentiero nel bosco che poco più sotto, sbuca, dopo alcuni tornantini, in prossimità del cimitero di Braulins. Da segnalare che, tutti e due, questi tratti sono attualmente mantenuti dai paesani della frazione, in ottime condizioni di pulizia e percorribilità. A loro va sicuramente un sincero plauso ed un ringraziamento per l’operosità. Come anche gli altri itinerari anche questo si sviluppa prevalentemente su sentieri erti di montagna e pertanto si ribadiscono le medesime raccomandazioni.

 

Alla scoperta del Lago

autunno-sul-lago-1985Ha una posizione strategica il terrazzamento naturale del quale si può usufruire ad Interneppo in località Ponteli. Da lì si può godere di una splendida visuale fotografandone l’attimo. Come dal davanzale di una finestra, si apre dinnanzi una vista unica, sulle montagne delle Prealpi e delle Alpi Carniche, sul Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.   Scendendo al lago, lungo la stradina del giardino, costruito a metà del ‘900 dallo studioso Sabino Leskovic, si può ammirare l’originalità e la varietà delle piante. In fondo, giunti sulla riva del lago, ci si può ricongiungere con la stradina che, per lunghi tratti, percorre perimetralmente le sponde del lago. Si presenta così la possibilità di visitare la struttura del Giardino Botanico, con l’opportunità, di usufruire di piccoli percorsi nel bosco, segnalati da opportuni cartelli didattici; e integrare l’informazione su geologia, flora, insetti e pesci locali.
Oppure ci si può incamminare per la stradina per un bellissimo e suggestivo percorso che lambisce le sponde del lago, attraversando vari ponti sospesi sull’acqua. E’ visitabile tutto il versante nord est fino alle immediate vicinanze dell’abitato di Somplago, con le particolari varietà della flora e della fauna del canneto nord. Viceversa si può visitare la parte sud del lago raggiungendo, sempre tramite la stradina, il noleggio barche, l’albergo al lago ed il parco giochi; poi, attraversando il ponte sul canale emissario, la sponda ovest con il suggestivo stagno ecologico, contemplando le varie spal-porticciolo-di-brancsecie di pesci presenti nel laghetto, di anatre; scoprendone l’originalità, la bellezza e tanto altro. Più in là ci sono i camping, la scuola di vela e windsurf, c‘è lo spazio dedicato all’atterraggio degli spostivi praticanti il volo libero, con parapendio ed altro ancora. Insomma ce n’è per tutti i gusti, basta avere passione e curiosità. Inoltre, per i più volenterosi c’è la possibilità di completare l’intero giro del lago, con un percorso perimetrale di circa 8,5 Km.  Dunque, buona camminata!

Per gli interessati c’è anche : L’Ecomuseo Val del Lago

 

La strada romana

Strada romana (2)Salendo da Interneppo verso Bordano, quasi in cima al paese, si stacca sulla destra una stradina che serve una borgatella con alcune case, dopo di che, proprio in corrispondenza dell’ultima abitazione, la strada si trasforma in mulattiera con fondo sassoso ed irregolare, perfino in lastre di pietra. Questa mulattiera sale con un percorso a serpentina e raggira tutto il colle Cuel da Crous per uscire con un tratto pianeggiante nella parte superiore Somp Lavareit, per I solchi carraipoi collegarsi alla strada provinciale che scende a Bordano. Secondo le ricerche dello studioso C.G.Mor, si tratta dei resti del tracciato di strada romana che, staccandosi a Ospedaletto dalla Julia Augusta, raggiungeva la Carnia attraverso la sella di Interneppo. Proseguendo il percorso, verso Bordano per la strada provinciale, costruita sul vecchio tracciato della strada romana, attraversiamo la piana e il bivio per il monte San Simeone. Il tracciato romano poco dopo, svoltava a sinistra in zona Lâc di Cjandat e scendeva verso il capoluogo per il sentiero di Cartùs (o Cretùs). Quì si incontra l’Ancone di Cartùs, un manufatto religioso recentemente restaurato e dedicato alla Madonna. Anche questo tratto di sentiero sarebbe, secondo C.G.Mor, parte di una Solcostrada romana, che, a un certo punto e per qualche tratto, andrebbe a sovrapporsi con l’attuale carrozzabile. L’autore (in “Memorie Storiche Forogiuliesi, XLV, 1964) ne ha lasciato una precisa descrizione: “seguendo per un duecento metri ci si è presentato il primo elemento sicuro: una grande pietra irregolare, affiorante, larga m. 2,30 e lunga m. 1,10. Su di essa al margine sinistro (scendendo in direzione di Interneppo) è chiaramente visibile un solco carraio lungo m. 0,70 largo circa cm. 10 e profondo cm. 10: alla regolare distanza di m. 0,90 trovammo traccia del solco parallelo. (…) La strada segue una direzione E-W; in vista di Interneppo, vi è un brusco mutamento della strada che da piana ed agevole si trasforma in una mulattiera a cordonata. (…)

 

Escursioni 

24Se poi si volesse uscire dalla zona di Interneppo, ci sono altre alternative. Si può utilizzare l’auto o la bicicletta ci sono varie piste ciclabili). La migliore quella del Lago verso Alesso che scende a Trasaghis, poi passa per Gemona o per Osoppo; c’è una ciclabile dietro il Monte San Simeone che esce presso l’agriturismo della Palude Vuarbis a Cavazzo per poi continuare (se c’è possibilità e forza nei muscoli delle gambe), con la visita all’abitato di Cesclans, salendo per l’erta strada che entra a Cavazzo sulla destra del campo sportivo e sale alla piana di Cesclans. Volendo, per completare, c’è il giro del lago in bicicletta o l’alternativa della ciclabile da Venzone a Gemona; oppure una visita al lago di Cornino; e tanto altro ancora. Per chi invece volesse camminare e visitare posti notevoli ricordiamo: la palude Vuarbis di Cavazzo e il museo della fortezza del Monte Festa, la chiesetta di San Candido e la palestra di roccia, lì a fianco,25 la storica Pieve di Cesclans, con la scoperta del suo museo, le bellezze ed originalità del Rio Palar ad Alesso, le particolarità del fiume Leale ad Avasinis, la salita al Monte Cuar sopra Avasinis con l’omonima malga, la scoperta del piccolo lago di Cornino e il “progetto grifone”, le particolarità del fiume Tagliamento a Trasaghis, la chiesetta di San Michele dei Pagani a Braulins, le bellezze dei laghetti di Bordano, il centro storico della cittadina medioevale di Gemona, con la salita al castello e la visita al museo di palazzo Elti, la baita del Monte Cuarnan, per poi magari continuare a piedi fino in cima e visitare la Chiesetta del Redentore, visita al laghetto Minisini di Ospedaletto, con salita e visita al forte di Monte Ercole, oppure la camminata fino alla Sella Sant’Agnese con visita alla bella chiesetta e ancora molto interessante la singolare cittadina medioevale di Venzone che presenta vari musei (Museo della terraMuseo del “Tiere Motus”Museo permane27nte delle Mummie), la salita alla Casera Ungarina e alla Casera Confin, da Venzone, ammirando le bellezze della Val Venzonassa.         Invece, per escursionisti esperti, sicuramente più temerari ed esigenti, ci sono le salite più impegnative ai monti: Amariana (m. 1.906) – Plauris (m. 1.958) Piaciat (m. 1.615) – Cjampon (m. 1.709) (dal quale si può prendere il sentiero (CAI n. 763) l’Alta Via del CAI di Gemona, un attraversata delle vette veramente stupenda ed impegnativa (per escursionisti esperti), e scendere alla fine poco sopra alla Casera Tasaoro, in località Musi. Al solito si raccomanda prudenza ed attrezzatura adeguata.

Infine, per coloro che preferiscono altre avventure o, lo-spekper gli amanti delle squisitezze locali (friulane), non c’è che la scelta tra la degustazione del prosciutto di San Daniele – i formaggi di Gemona e dintorni – il prosciutto e lo spek di Sauris i funghi di Carnia e del Canal del Ferro o gli insaccati artigianali dei vari agriturismi locali; in cui si possono trovare e scoprire… prelibatezze, come: il ladric di montil frico – la brovade e muset – il mignestron cui fasûi,  la migniestre cul vuardi o la mignestre cu la coçei cjarsòns o i gnocs cu las siespes – il salam cu la cevole, il salam tal asêt o il salam ta cinise  – une biele fartae cu las jerbes – las tripes – un buin plat di bacalà – las verges o il ladric cul ardiel; il-fricoil tutto accompagnato dal profumo e dalla bontà immancabile da polente furlane.  Per chiudere coi caratteristici dolci: la gubane, i strucsi o il strudel di miluç  e tante, tante altre bontà. Invece, per quanto riguarda il bere, siete in Friuli, in paradiso; quì si trovano i migliori vini bianchi d’Italia e i vari ed ottimi vini rossi che, con il loro aroma e la loro bontà possono accompagnare qualsiasi portata. Per non parlare della delicatezza ed originalità dei vini dolci della nostra Regione: il Picolit – il Verduzzo – il Ramandolo – il Moscato, ed altri ancora. Terminiamo poi, questa presentazione culinaria, con le note evini molteplici varietà di grappe friulane, (qualcuna di produzione propria) tra le migliori d’Italia; che ogni ambiente potrà sicuramente offrirvi. Dunque, a tutti, buon soggiorno! E… in certi momenti, attenti a non mettersi alla guida, meglio evitare o cedere il posto: qui in Friuli purtroppo e giustamente, non perdonano.

 

 

Concludendo, per chi ne fosse interessato, informiamo che nelle vicinanze c’è la possibilità di visitare anche:

Parco Naturale delle Prealpi Giulie   

Piazza del Tiglio, 3 – Fraz. Prato di Resia   33010 (UD)

Tel. +39 0433 53534      Email: info@parcoprealpigiulie.it

Riserva Naturale del Lago di Cornino

Via Sompcornino, 81 –  Cornino   33030 (UD)

 Tel. +39 0427 808526    Email: centrovisite@riservacornino.it

Salita ai laghi del Zoufplan (26 ott. 2017) (64)